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30 GENNAIO 1853: NAPOLEONE III SPOSA EUGENIA DI MONTIJO

30 GENNAIO 1853: NAPOLEONE III SPOSA EUGENIA DI MONTIJO

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Gennaio 30, 2023    
12:00 am

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Il 30 gennaio 1853, a Notre-Dame de Paris, sulla facciata decorata per l’occasione dall’architetto Viollet-le-Duc, ebbe luogo il matrimonio dell’imperatore Napoleone III con Maria Eugenia de Palafox-Portocarrero de Guzmán, marchesa d’Ardales e di Moya, contessa di Teba e Montijo, più comunemente chiamata Eugenia di Montijo. Ha 26 anni, il suo futuro marito sta per compierne 45.

L’imperatore stesso ha spiegato la sua scelta in una comunicazione ai membri del Senato, del Corpo legislativo e del Consiglio di Stato: “Vengo dunque, signori, a dire alla Francia: Ho preferito una donna che amo e che rispetto, a una donna sconosciuta la cui alleanza avrebbe avuto vantaggi mescolati a sacrifici. Senza mostrare disprezzo per nessuno, cedo alla mia inclinazione, ma dopo aver consultato la mia ragione e le mie convinzioni”. Tiene a ricordare che se Eugenia è di origine spagnola, è “Francese per il cuore, per l’educazione, per il ricordo del sangue che versò suo padre per la causa dell’Impero”.

In effetti, suo padre, secondo figlio del conte di Montijo, si era destinato ogni bambino alla carriera delle armi. Appena uscito dalla scuola di artiglieria di Segovia, pieno di entusiasmo per la gloria dell’Imperatore, prese parte all’esercito francese e assistette, sotto le nostre bandiere, a molte delle sanguinose battaglie della penisola. Nella battaglia di Salamanca, dove comandava come colonnello d’artiglieria, perse un occhio ed ebbe la gamba fracassata. Si distinse nella campagna del 1814 e fu decorato per mano dell’imperatore. Durante la difesa di Parigi, l’Imperatore gli affidò il tracciato delle fortificazioni della capitale, e lo mise in testa del politecnico per difendere la posizione delle colline Saint-Chaumont ed ebbe così l’onore di sparare gli ultimi colpi di cannone per la difesa e per l’indipendenza della Francia.

  • Il nostro reportage, il 30 gennaio 1853, in diretta da Notre-Dame

    L’auto delle loro Maestà arriva sul sagrato di Notre-Dame. Le truppe che compongono l’intestazione del corteo si ritirano dalla rue du Cloître-Notre-Dame per formarsi dietro la chiesa. Le truppe che seguono si fermano e rimangono in colonna. I tamburi battono, il cannone tuona. Subito l’arcivescovo di Parigi, preceduto dai suoi vicari generali in cappelli dorati, si dirige processionalmente verso il grande portale, per ricevere le Loro Maestà e presentare loro la croce-bacio, l’acqua benedetta e l’incenso.

    La porta si apre e l’Imperatore, tenendo la destra e dando la mano all’Imperatrice, fa il suo ingresso nella basilica dalla destra della porta d’onore. Gli ufficiali della casa dell’Imperatore e quelli dei principi si posero alla fine della navata, all’altezza delle prime tribune che partono dal transetto, e formarono la siepe contro le tribune per consegnare il passaggio ai grandi ufficiali della corona che si posero davanti a loro. I ministri si mettono a destra del transetto davanti alla tribuna del senato.

    Le loro altezze imperiali, i principi imperiali e la principessa Matilde prenderanno posto in fondo al podio imperiale, a destra del trono, dove li aspettano dei pieghevoli per sedersi e delle piastrelle per inginocchiarsi. Il re Girolamo porta la grande collana della Legione d’onore, donata dall’imperatore suo fratello, e la collana del vello d’oro che è stato indossato da Fernand Cortès. I principi Luciano Bonaparte, Luciano Murat, la principessa Bacciochi-Camerata e Sua Eccellenza, la contessa di Montijo, la viscontessa di Chassiron, il conte d’Albe, il duca d’Ossuna e il generale Toledo si recarono alla sinistra della poltrona dell’imperatrice.

La dama d’onore dell’Imperatrice e le sue dame di palazzo stanno in piedi dietro la poltrona di Sua Maestà. Il grande maestro delle cerimonie si mette un po’ davanti e di fronte a lui, a destra e a sinistra, i maestri e gli assistenti delle cerimonie. Il vescovo di Nancy, primo cappellano dell’Imperatore, si pone a destra del podio, tenendo il libro di preghiere di Sua Maestà per consegnarlo all’inizio della santa messa.

Nel momento in cui le Loro Maestà entrano nel recinto, si pongono sotto un baldacchino di velluto rosso, seminato di api d’oro e tenuto da quattro canonici; abbracciano la croce e ricevono l’acqua santa e l’incenso dalle mani del venerabile prelato. Dietro monsignor l’arcivescovo di Parigi marciano il generale Canrobert e il barone colonnello di Béville, aiutanti di campo di servizio; i marescialli di Saint-Arnaud, conte Vaillant e Magnan, sono da ogni lato con il gran ciambellano che tiene il cappello dell’imperatore. Tutta la folla è in piedi. C’è un momento di silenzio e solenne raccoglimento. Poi la volta si scuote, l’orchestra esegue una marcia di Schneitzhœffer e le Loro Maestà vengono lentamente a sedersi sulle sedie del palco.

L’imperatore è in uniforme da generale di divisione di grande tenuta. La grande collana della Legione d’onore che l’Imperatore porta è quella che Napoleone indossava il giorno dell’incoronazione. È stato consegnato a Sua Maestà Imperiale per questa solennità, da S.A.I. il principe Girolamo. L’imperatrice indossa un abito a coda in velluto bianco, coperto in punto d’Inghilterra, con corpetto a baschi, cosparso di diamanti. Sulla sua fronte è posto il diadema di diamanti e zaffiri, mescolati con fiori d’arancio. Tutti gli sguardi sono puntati su Sua Maestà.


Le loro Maestà si recano ai piedi dell’altare e vi si ergono. L’imperatore si toglie i guanti e li consegna al grande ciambellano. L’imperatrice toglie i suoi e li consegna alla sua dama d’onore. Le loro Maestà si danno la mano destra.
Il prelato, rivolgendosi all’Imperatore e all’Imperatrice, dice: “Vi presentate qui per contrarre matrimonio davanti alla santa Chiesa?” L’Imperatore e l’Imperatrice rispondono: “Sì, signore.” Dopo queste parole, il primo cappellano dell’Imperatore, preceduto da un maestro delle cerimonie, depone in un vassoio di vermeil, posto in sicurezza l’altare, le monete d’oro e l’anello e le presenta alla benedizione dell’arcivescovo. Allora l’arcivescovo rivolge alle Loro Maestà i seguenti appelli:

All’Imperatore: “Signore, voi dichiarate, riconoscete e giurate davanti a Dio, e di fronte alla santa Chiesa, che ora prendete per vostra moglie e legittima sposa la signora Eugenia di Montijo, contessa di Teba, qui presente?” L’Imperatore risponde: “Sì, signore.” L’officiante continua: “Promettete e giurate di mantenerlo fedele in ogni cosa, come un fedele sposo deve alla sua sposa, secondo il comandamento di Dio?” L’Imperatore rispose: “Sì, signore.”

L’officiante, rivolgendosi poi all’imperatrice: “Signora, lei dichiara, riconosce e giura davanti a Dio, e di fronte alla santa Chiesa, che ora prende per suo marito e legittimo sposo l’imperatore Napoleone III, qui presente?” L’imperatrice risponde: “Sì, signore.” L’officiante continua: “Promettete e giurate di mantenerlo fedele in ogni cosa, come una fedele sposa deve al suo sposo, secondo il comandamento di Dio?” L’imperatrice risponde: “Sì, signore.”

L’officiante consegna poi all’imperatore le monete d’oro e l’anello, e Sua Maestà presenta le monete d’oro all’imperatrice, dicendo: “Ricevete questo segno delle convenzioni matrimoniali fatte tra voi e me.” L’imperatrice, dopo aver ricevuto le monete d’oro dalle mani dell’imperatore, le consegna alla sua dama d’onore, che si trova dietro di lei.

Poi l’Imperatore pone l’anello al dito anulare della mano sinistra dell’Imperatrice, dicendo: “Vi do questo anello in segno del matrimonio che contraiamo.” L’officiante, facendo il segno della croce sulla mano dell’imperatrice, dice: In nomine Patris, e Filii, e Spiritus Sancti. L’Imperatore e l’Imperatrice si mettono in ginocchio, e officiandolo, stendendo la mano sugli sposi che si danno la mano destra, pronuncia la formula sacramentale: Deus Abramo, Deus Isacco, ecc.

Dopo le orazioni, l’Imperatore e l’Imperatrice tornarono al loro trono. La messa inizia e dopo il Vangelo, il primo cappellano dell’Imperatore, preceduto da un maestro delle cerimonie, si reca all’altare, riceve dalle mani del maestro delle cerimonie il libro del Vangelo e lo porta a baciare alle Loro Maestà.

Dopo il Pater, le Loro Maestà, avvertite dal gran maestro delle cerimonie, si recano ai piedi dell’altare e si inginocchiano sulle piastrelle preparate. Terminata la prefazione, l’arcivescovo officiante getta l’acqua santa sull’imperatore e sull’imperatrice e continua la messa; le Loro Maestà tornano alle loro sedie.

L’Imperatore e l’Imperatrice si inginocchiano; l’officiante si volge allora verso le Loro Maestà, recitando la preghiera, che termina la cerimonia del matrimonio: Deus Abraham, Deus Isaac, Deus Jacob, ecc. Durante l’orchestra, composta dalla società dei concerti, dei cori e dei musicisti di tutti i teatri lirici, esegue con un insieme ammirevole il Credo e l’O Salutaris di Cherubini, il Sanctus di Ad. Adam, l’Andante della sinfonia in la e della sinfonia in ut minore di Beethoven.

Monsignor l’arcivescovo dà la benedizione pontificia e legge l’ultimo vangelo mentre i cori cantano il Domine, Salvum fac Imperatorem, arrangiato da Auber. Infine il prelato intona il Te Deum che è continuato dall’orchestra. Per questa solennità erano stati scelti il magnifico Te Deum di Lesueur e l’Urbs Beata dello stesso maestro, che sono stati interpretati con rara superiorità. Durante il Te Deum, monsignor l’arcivescovo, accompagnato dal parroco di Saint-Germain-l’Auxerrois, parrocchia delle Tuileries, presenta alle Loro Maestà il registro in cui è registrato l’atto del matrimonio religioso. I principi e le principesse della famiglia imperiale, i cardinali, i ministri, i marescialli e gli ammiragli e i presidenti dei grandi corpi dello Stato, hanno poi firmato.

Dopo il Te Deum, il grande maestro delle cerimonie saluta le Loro Maestà per avvertirle che la cerimonia è terminata. In quel momento i grandi ufficiali della corona, i principi, i ministri e le altre persone, venute in corteo, si misero in marcia per prendere i loro ranghi nel corteo del ritorno. 

Le loro Maestà scendono dal trono e si mettono in marcia, seguite come lo erano all’arrivo. Monsignor Arcivescovo e il suo capitolo metropolitano li riconducono in processione sotto il baldacchino fino al portico della cattedrale…