Al matrimonio religioso nel salone quadrato del Louvre, tre cardinali italiani, troppo anziani o malati, si sono fatti scusare, e altri tredici, guidati dal cardinale Della Somaglia, si astengono dall’assistere e lasciano le loro sedie vuote senza aver fatto pervenire alcuna ragione della loro assenza, come protesta contro il divorzio di Napoleone.
Il 3 aprile, questi cardinali sono convocati alle Tuileries. Dopo diverse ore di attesa un ufficiale giudiziario annuncia loro che Sua Maestà non vuole riceverli. i tredici cardinali si ritirano, ma non trovano fuori né la loro gente né le loro auto. Napoleone li aveva fatti licenziare! È dunque a piedi, nelle loro tonache rosse e nelle giacche cerimoniali, che questi principi della Chiesa sono costretti a ritornare nei loro alberghi.
Il 4 aprile i cardinali sono convocati per le 9 di sera da Bigot de Préameneu, ministro dei Culti. Annuncia loro che a titolo di sanzione, i loro beni saranno sotto sequestro, i sigilli apposti sui loro mobili, qualsiasi pensione soppressa, è vietato loro anche di indossare la porpora e qualsiasi indizio della loro qualità cardinalizia. Inoltre, saranno posti sotto la sorveglianza della polizia.
Il 10 giugno 1810, un decreto della polizia li disperde in città, abbastanza distanti, per impedire di comunicare facilmente tra loro. Questi “cardinali neri” vivranno una vita solitaria, nell’indigenza e sopravvivranno solo con la carità dei fedeli.