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28 OTTOBRE 1806: NAPOLEONE E LA PRINCIPESSA DI HATZFELD

28 OTTOBRE 1806: NAPOLEONE E LA PRINCIPESSA DI HATZFELD

Quando

Ottobre 28, 2022    
12:00 am

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  • Leggiamo le Memorie del generale Rapp:

Il principe Hatzfeld era venuto a Postdam come deputato della città di Berlino ed era stato ben accolto. Riferì la sua missione al conte di Hohenlohe e gli diede dettagli sulle truppe, le monete, le munizioni che si trovavano nella capitale o che aveva incontrato sulla strada; la sua lettera fu intercettata. 

Napoleone me la consegnò, con l’ordine di arrestarlo immediatamente e di inviarlo al quartier generale del maresciallo Davoust, che era a due leghe di distanza. Berthier, Duroc, Caulaincourt ed io cercammo invano di calmarlo; non voleva ascoltare. M. de Hatzfeld trasmetteva dettagli, informazioni militari, che non avevano nulla in comune con la sua missione: era ovviamente un reato di spionaggio.

Savary, che in qualità di comandante della gendarmeria imperiale era normalmente incaricato di questo tipo di affari, era in missione. Fui costretto a supplire alla sua assenza. Ordinai l’arresto del principe, ma invece di farlo condurre dal maresciallo, lo collocai nella stanza dell’ufficiale di guardia del palazzo, che incaricai di trattarlo con la massima cura. 

Caulaincourt e Duroc lasciarono l’appartamento. Napoleone, rimasto solo con Berthier, gli disse di sedersi per scrivere l’ordine in virtù del quale il sig. de Hatzfeld doveva essere portato dinanzi a una commissione militare. Il maggiore generale provò alcune rappresentazioni. “Vostra Maestà non può far fucilare un uomo che appartiene alle prime famiglie di Berlino, per così poco; la supposizione è impossibile.” L’imperatore si arrabbiò. Neufchâtel insistette. Napoleone perse la pazienza e Berthier uscì. 

Mi chiamarono: avevo sentito la scena appena avvenuta; mi guardai bene dall’azzardare la minima riflessione. Ero al supplizio: oltre al disagio di scrivere un ordine così severo, dovevo andare veloce come la parola e confesso che non ho mai avuto questo talento. Mi dettò letteralmente quanto segue: “Nostro cugino, il maresciallo Davoust, nominerà una commissione militare composta da sette colonnelli del suo corpo d’armata, di cui sarà presidente, per far giudicare, come convinto di tradimento e di spionaggio, il principe di Hatzfeld. La sentenza sarà emessa ed eseguita prima delle sei di sera”.

Era circa mezzogiorno. Napoleone mi ordinò di spedire subito questo ordine, allegandovi la lettera del principe di Hatzfeld; io non ne feci nulla. Tremavo per il principe, tremavo per me, poiché invece di mandarlo al quartier generale l’avevo lasciato a palazzo. Napoleone chiese i suoi cavalli per andare a visitare il principe e la principessa. Mentre uscivo per dare i suoi ordini, mi dissero che la principessa di Hatzfeld era svenuta nell’anticamera e che desiderava parlarmi. Andai da lei e non le nascosi la rabbia di Napoleone. Le dissi che saremmo andati a cavallo e le consigliai di andare dal principe Ferdinando, per interessarlo al destino di suo marito. 

Non so se gli parlò, ma si trovò in uno dei corridoi del suo palazzo e si gettò tutta addolorata ai piedi dell’Imperatore, al quale declinai il suo nome. Era incinta: Napoleone sembrò colpito dalla sua situazione e le disse di andare al castello; allo stesso tempo mi incaricò di scrivere a Davoust di sospendere il giudizio. Credeva che il sig. de Hatzfeld se ne fosse andato. 

Napoleone tornò al palazzo, dove la signora di Hatzfeld lo aspettava; la fece entrare nel salone, dove rimasi. “Vostro marito, le disse con bontà, si è messo in un caso spiacevole; secondo le nostre leggi ha meritato la morte. Generale Rapp, datemi la sua lettera. Guardi, legga, signora.” 

Era tutta tremante. Napoleone riprese subito la lettera, la stracciò e la gettò nel fuoco. “Non ho più prove, signora; concedo a suo marito la grazia.”

  • XXII Bollettino della Grande Armata, del 29 ottobre 1806 

L’ultimo bollettino riporta come l’Imperatore ha ricevuto il principe di Hatzfeld alla sua udienza. Pochi istanti dopo, il principe è stato arrestato, tratto davanti a una commissione militare e inevitabilmente condannato a morte. Nelle sue lettere al principe di Hohenlohe, istruiva il nemico del movimento francese. 

Sua moglie, figlia del ministro Schulenburg, venne a gettarsi ai piedi dell’imperatore. Credeva che suo marito fosse stato arrestato a causa dell’odio che il ministro Schulenburg portava alla Francia. L’Imperatore la dissuase presto e le fece sapere che erano stati intercettati documenti dai quali risultava che suo marito svolgeva un duplice ruolo e che le leggi della guerra erano spietate su un simile delitto. La principessa attribuì all’impostura dei suoi nemici questa accusa che chiamava una calunnia. 

“Conosci la scrittura di tuo marito – disse l’Imperatore – ti farò giudice.” Portò la lettera intercettata e gliela consegnò. Questa donna, che era incinta di otto mesi, sveniva ad ogni parola di cui riconosceva la scrittura del marito. L’Imperatore fu toccato dal suo dolore, dalla sua confusione, dalle angosce che la laceravano: “Ebbene – le disse – tenete questa lettera, gettatela nel fuoco e non potrò più far condannare vostro marito.” Questa toccante scena si svolse vicino al camino. Madame de Hatzfeld non se lo fece ripetere due volte. 

Subito dopo, il principe di Neufchâtel ricevette l’ordine di restituirle il marito, ma la commissione militare era già riunita. Tre ore dopo venne fucilato. 

  • Napoleone scrive a Giuseppina il 6 novembre 1806: 

Tra l’altro, vedrai che sono stato molto buono con una che si è dimostrata sensibile e buona: la signora de Hatzfeld. Quando le mostrai la lettera di suo marito, mi disse singhiozzando, con profonda sensibilità e ingenuità: “Ah! Ecco la sua scrittura”. Quando leggeva, il suo accento andava all’anima. Mi fece pena; le dissi: “Ebbene, signora, getti questa lettera nel fuoco”. Bruciò la lettera e mi sembrò molto felice. Suo marito dopo due ore era perduto. Quindi vedi che io amo le donne buone, ingenue e dolci, che ti somigliano.