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26 MARZO 1814: SECONDA BATTAGLIA DI SAINT-DIZIER

26 MARZO 1814: SECONDA BATTAGLIA DI SAINT-DIZIER

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Marzo 26, 2023    
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• Leggiamo le “Ephemérides militaires dal 1792 fino al 1815, o Anniversari del valore francese”, Volume 3, Parigi, presso Pillet Ainé tipografo-libraio, 1819

Abbiamo detto, nella battaglia di Arcis-sur-Aube (20 marzo), che l’imperatore Napoleone, rinunciando alla speranza di fermare la marcia dell’esercito austro-russo su Parigi, prese la risoluzione di dargli preoccupazione per le sue comunicazioni con il Reno. Ma gli alleati non caddero nella trappola e, facendo seguire l’esercito francese dal corpo russo del generale Wintzingerode, marciarono con tutte le loro forze direttamente sulla capitale dell’impero.

Napoleone era arrivato a Vassy, quando i rapporti dei prigionieri cominciarono a fargli sospettare la verità: era seguito solo da un debole corpo che mascherava il vero movimento degli eserciti nemici. Per accertarsene, tornò sui suoi passi il 26 marzo, spingendo una forte riconoscenza su Saint-Dizier.

Questa città era occupata dalle truppe di Wintzingerode, di cui la gran parte aveva preso posizione in avanti, tra Hallignicourt e Hoiricourt. Il generale nemico si accorse di avere vicino tutto l’esercito francese e si ritirò al primo attacco.

La nostra cavalleria lo spinse vivamente su Saint-Dizier, dove la fanteria del maresciallo Oudinot entrò al passo di carica. Spinti da ogni parte, i russi fuggirono sulle due strade di Vitry e Bar-sur-Ornain, inseguiti dai corpi di cavalleria dei generali Milhaud e Kellerman, e dai dragoni della guardia, comandati dal generale Letort.

Il nemico perse quasi duemila uomini, tra cui circa ottocento prigionieri, nove cannoni, un equipaggio di ponte e tutti i suoi bagagli. La perdita dei francesi non supera i 600 uomini fuori combattimento.

Napoleone, non vedendo alcuna truppa venire a sostenere il corpo battuto di Wintzingerode, fu da allora convinto della marcia degli alleati su Parigi. Dapprima aveva l’intenzione di soccorrere la capitale camminando sul retro. Si avvicinò il giorno dopo a Vitry, città chiusa da buone mura e occupata dai russi. Ma questo posto, che bisognava preliminarmente prendere, rifiutò di aprire le sue porte, nonostante l’imminente attacco.

Napoleone, per non perdere tempo prezioso, nonostante la lunghezza del viaggio, decise di tornare sui suoi passi, e di portarsi su Parigi da Vandœuvre, Troyes, Sens e Fontainebleau. Vedremo il 30 marzo quale fu il risultato di questa marcia tardiva…