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23 FEBBRAIO 1814: NAPOLEONE RICEVE L’OFFERTA DI UN ARMISTIZIO

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23 FEBBRAIO 1814: NAPOLEONE RICEVE L'OFFERTA DI UN ARMISTIZIO

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Febbraio 23, 2023    
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Nel bel mezzo della Campagna di Francia, gli austriaci desiderano un armistizio?

• Leggiamo ciò che dice il conte di Ségur:

Infine, il 23 febbraio, sentendosi così rinforzato, sfilava, schierato davanti a Troyes, sulle alture di Barberey; una numerosa cavalleria sarebbe stata lanciata in avanti, quando l’apparizione dell’esercito imperiale, sfociando su tre colonne, fece svenire tutto. Erano appena le otto del mattino e si era già riunito un nuovo consiglio dal re di Prussia.

Schwartzenberg vi prese la parola. Fu per proporre la pensione. Sostenne l’inaspettato attacco di Augereau, a sinistra della coalizione; già la sua marcia vittoriosa verso Ginevra raggiungeva la Svizzera, minacciando la loro base operativa. Bubna cercava invano di resistere; gridava aiuto! Bisognava, da questo lato, distaccare cinquantamila uomini, altrimenti bagagli, ambulanze, negozi, rinforzi sarebbero stati in pericolo.

Metternich appoggiò queste considerazioni per ragioni ancora più potenti; questo parere passò: e subito, nonostante la loro forza quadrupla della nostra, i coalizzati non esitarono più a ritirarsi. Essi spinsero ancora più lontano la prudenza. Mentre, dietro una cortina di truppe leggere, lasciate sulle alture di Barberey, l’esercito nemico terminava di stirare Troyes e la Senna, un parlamentare si presentò ai nostri avamposti.

In nome di Schwartzenberg, egli portava la ripetuta offerta di un armistizio, la promessa di una pronta pace, e chiedeva di parlare con l’Imperatore. Non andò lontano: lo trovò nella frazione di Châtres, tra le quattro mura, tutto nudo, della casetta dove aveva appena passato la notte. Questo inviato era un principe di Lichtenstein, aiutante di campo del generalissimo. La sua missione appariva più significativa. Ha portato una risposta dall’imperatore d’Austria. Era pacifica; confessava il disappunto derivante da battute d’arresto inattese; riconosceva nel nostro Imperatore l’ascesa di una luminosa e antica superiorità risorgente. L’atteggiamento, le parole dell’aiutante di campo furono d’accordo con lo spirito di questo dispaccio e con quello che veniva a chiedere.

Un po’ sicuro che fosse questa l’occasione per sondare le intenzioni dei suoi nemici, Napoleone cercò di servirsene. Interpellò questo parlamentare. ” Il piano preferito dell’Inghilterra aveva quindi finalmente prevalso nei consigli dei coalizzati! La loro guerra era diventata personale. Era decisamente la sua dinastia che volevamo.”

L’aiutante di campo protestò vivamente contro questa ipotesi, ma l’Imperatore glielo dimostrò: gli mostrò il duca di Berry a Jersey; il conte d’Artois, il duca d’Angoulême, uno, seguendo da lontano l’esercito coalizzato; l’altro, marciando con il quartier generale inglese; e, cosa che non poteva persuadersi, l’imperatore d’Austria, suo suocero, che sembra concorrere alla detronizzazione della figlia!

Qui l’austriaco si rimproverò ancora di più: “Un simile progetto sarebbe un’idea innaturale; il suo imperatore non si presterebbe mai! Quanto alla presenza dei Borboni, essa doveva essere considerata solo come un mezzo di guerra, o piuttosto di ottenere una pace la cui missione dimostrava abbastanza il desiderio.”

Napoleone, soddisfatto, rispose che voleva coricarsi a Troyes e che il giorno dopo avrebbe mandato un generale a negoziare l’armistizio.

• Cosa vogliono veramente gli Alleati?

Nessuno dei tre sovrani alleati voleva lasciare Napoleone sul trono di Francia. Se l’austriaco e il prussiano optassero per il ritorno dei Borboni, Alessandro vi vedrebbe bene Bernadotte…

I tre alleati chiesero che la Francia tornasse entro i suoi limiti del 1789 e perdesse la riva sinistra del Reno. Fu il generale di divisione conte Flahaut che fu inviato da Napoleone presso i plenipotenziari austriaci, russi e prussiani per i colloqui. Flahaut tentò di guadagnare tempo, augurandosi una nuova vittoria francese, e sperava in una pace separata con l’Austria. Ogni sospensione di armi viene rifiutata. Le discussioni si trascinano a Châtillon, poi a Lusigny, senza risultato, fino al 28 febbraio.

Ma gli Alleati sono davvero sinceri? La diplomazia inglese li ha fortemente motivati a non farlo, e dal 1º marzo firmeranno con Lord Castlereagh il patto di Chaumont: ogni anno, per vent’anni, Riceveranno 150 milioni di franchi per rinunciare a qualsiasi pace separata con la Francia e purgare la Francia e l’Europa dal giacobinismo. Ancora e ancora la cavalleria di San Giorgio…