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23 E 24 NOVEMBRE 1795: LA BATTAGLIA DI LOANO

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23 E 24 NOVEMBRE 1795: LA BATTAGLIA DI LOANO

Quando

Novembre 23, 2022    
12:00 am

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Loano è una piccola città circondata da montagne, sulle rive del Mediterraneo, tra Nizza, a 125 km e Genova, a 80 km. Da settembre 1795, Barthélemy Schérer è il capo dell’Esercito francese in Italia. Il 24 novembre 1795 si scontrano intorno a questa città l’esercito francese, comandato da Massena, e le truppe austro-piemontesi, agli ordini di Devins, assistito da Wallis e d’Argenteau e 53.000 uomini, posizionati su un fronte di circa 100 km, fatto di posti ben fortificati, legati gli uni agli altri da trincee e difesi da un centinaio di cannoni.

Ovunque, in questo novembre freddo e piovoso, si annuncia che i francesi si ritireranno per prendere i loro alloggi invernali. Gli austriaci, convinti che le battaglie sarebbero riprese solo con l’arrivo della primavera, si lasciarono prendere. Essi raggrupparono le loro truppe verso Bardineto, dove fu installato il loro campo, e così sciolsero le alture lasciando solo un piccolo numero di guarnigioni.

Il piano dei francesi è quello di formare tre attacchi, uno dei quali di diversione.

Nella notte tra il 22 e il 23 novembre 1795, mentre molti ufficiali austriaci assistevano a un ballo, Massena, con poco più di 13.000 uomini, lascia Zuccarello per raggiungere a marcia forzata il fronte nemico. Posiziona Laharpe a sinistra (5200 uomini), Bizanet al centro (3700 uomini), Charlet a destra (4400 uomini), di fronte al centro dello schieramento austriaco, difeso dai 7500 uomini di Argenteau. Prese uno dopo l’altro quasi tutti i fortini, ma a Bardineto incontrò una forte resistenza. Con la sua riserva lanciò una nuova offensiva. Il generale Charlet, in testa alle sue truppe, fu ucciso. La sua morte, lungi dallo scoraggiarli, galvanizza i suoi soldati. Con la baionetta, si gettano sugli austriaci e li mettono in rotta totale.

Sulla destra, Augereau con 13.000 uomini da opporre alle truppe austriache di Yernyey, posizionate sulle alture, e di Rukavina, trincerato attorno a Loano. Occupa con successo tutte le alture occupate da Argenteau. Solo il grande Castellaro, difeso dai 1200 uomini del generale Roccavina, resistette. Augereau si arrese. Roccavina accettò, a condizione di lasciare i locali con armi e bagagli. La proposta venne respinta da Augereau che gli diede dieci minuti per arrendersi. Roccavina, mostrando la brigata Victor schierata di fronte a lui, rispose: “non mi ci vorrà molto per passare da lì.” In un sobbalzo furioso, si gettò contro le 117e e 118e semibrigate di Victor, fuggendo così sotto gli occhi dei francesi.

Sull’ala sinistra francese, la metà dei 10000 uomini di Serrurier rimase in riserva, mentre l’altra metà si preparò ad attaccare i piemontesi, trincerati dal fiume Tanaro.

Alla sinistra di questo fiume Mollis e a destra Fabbro hanno per obiettivo fissare le forze nemiche. In un primo tempo Sérurier si limitò dunque a bloccare l’ala destra austro-sarda, poi l’attacco e la mise in rotta. L’esercito piemontese abbandonò tutta la sua artiglieria e si rifugiò nel campo trincerato di Ceva dove ritrovò i brandelli dell’esercito d’Argenteau.

In questa battaglia le perdite francesi furono di 1800 morti, feriti e prigionieri. Il generale di divisione Étienne Charlet vi morì. Il generale di brigata Pierre Bonel fu ferito, così come Francesco Federico Campana, ufficiale italiano al servizio della Francia, e il capitano Jean-Antoine-François Combelle, futuro generale di divisione.

Vi si distinguono il capitano Jean Lannes, futuro maresciallo e futuro duca di Montebello, il capitano Jean-Gabriel Marchand, futuro generale di divisione, Jean-Baptiste Rusca e Barthélemy-Catherine Joubert, nominati generali di brigata sul campo di battaglia, Pierre-François-Charles Augereau, futuro duca di Castiglione e futuro maresciallo, Jean-Mathieu-Philibert Sérurier, futuro maresciallo, André Masséna, futuro maresciallo, futuro duca di Rivoli e futuro principe di Essling, e il generale svizzero al servizio della Francia Amédée Emmanuel-François de La Harpe. La maggior parte dall’Armata dei Pirenei, che fu una vera e propria culla di marescialli.

Gli Austro-Sardi lasciarono sul terreno 4000 morti o feriti 5000 prigionieri, di cui più di 200 ufficiali di ogni grado e quaranta pezzi di cannone.

La vittoria di Loano, prima iscrizione sull’arco di Trionfo di Parigi, permette ai francesi di impadronirsi di una notevole quantità di rifornimenti, dà un forte punto d’appoggio nelle Alpi liguri, assicura lo sbocco al mare e apre la strada a quella che sarà la Prima Campagna d’Italia, condotta cinque mesi dopo, da un certo Napoleone Bonaparte…