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18 GENNAIO 1800: PACE DI MONTFAUCON, FINE DELLE GUERRE OCCIDENTALI

18 GENNAIO 1800: PACE DI MONTFAUCON, FINE DELLE GUERRE OCCIDENTALI

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Gennaio 18, 2023    
12:00 am

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La guerra dell’ovest, guerra della Vandea a sud della Loira e Chouannerie a nord, è una guerra civile che oppone, durante la rivoluzione francese, i repubblicani, “i blu”, ai realisti, “i bianchi”. Iniziata nel 1793, non cederà fino all’inizio del 1800, con il trattato di Montfaucon.

• Ritroviamo ciò che, da Sant’Elena, su dettatura dell’Imperatore, ha scritto Gourgaud

Nella situazione in cui si trovavano gli spiriti, era necessario radunare, riunire i diversi partiti che avevano diviso la nazione, per poterla contrapporre tutta ai suoi nemici esterni.

Il giuramento di odio alla monarchia fu soppresso come inutile e contrario alla maestà della repubblica, che, riconosciuta ovunque, non aveva bisogno di simili mezzi. Fu anche deciso che non si sarebbe più celebrato il 21 gennaio. Questo anniversario non poteva essere considerato che un giorno di calamità nazionale.

Napoleone si era già spiegato circa il 10 agosto. Si celebra una vittoria, diceva, ma si piange sulle vittime, anche nemiche. La festa del 21 gennaio è immorale, continuava, senza giudicare se la morte di Luigi XVI fosse giusta o ingiusta, politica o impolitica, utile o inutile e anche se fosse giudicata giusta, politica e utile, sarebbe comunque una disgrazia. In tali circostanze, l’oblio è la cosa migliore.

I lavori furono dati a uomini di tutti i partiti e di tutte le opinioni moderate. L’effetto fu tale che in pochi giorni si fece un cambiamento generale nello spirito della nazione. Colui che ieri prestava ascolto alle proposte dell’estero e ai commissari dei Borboni, perché temeva soprattutto i principi della società del Maneggio e il ritorno del terrore, prendendo oggi fiducia nel governo veramente nazionale, forte e generoso, che si era appena stabilito, rompeva i suoi impegni e si rimetteva nel partito della nazione e della rivoluzione. La fazione dello straniero ne fu sorpresa; ben presto si consolò e volle cambiare opinione, cercando di persuadere che Napoleone lavorasse per i Borboni.

Uno dei principali agenti del corpo diplomatico chiese e ottenne un’udienza da Napoleone. Gli confessò che conosceva il comitato degli agenti dei Borboni, a Parigi, che, disperando per la salvezza della patria, aveva preso degli impegni con loro, perché preferiva tutto al regno del terrore. Il 18 brumaio, avendo appena ricreato un governo nazionale, non solo rinunciava alle sue relazioni, ma veniva a fargli conoscere ciò che sapeva, a condizione tuttavia che il suo onore non fosse compromesso e che questi individui potessero allontanarsi al sicuro.

Presentò anche a Napoleone due degli agenti, Hyde-de-Neuville e Dandigné. Napoleone li ricevette alle dieci di sera in uno dei piccoli appartamenti del Lussemburgo. Pochi giorni fa – gli dissero – eravamo certi del trionfo, oggi tutto è cambiato. Ma, generale, sarebbe così avventato da fidarsi di questi eventi! Siete nella posizione di ristabilire il trono, di restituirlo al suo legittimo padrone. Agiamo con i capi della Vandea, possiamo farli venire tutti qui. Diteci cosa volete fare, come volete camminare e se le vostre intenzioni coincidono con le nostre, saremo tutti a vostra disposizione.

 
Hyde-de-Neuville apparve un giovane spirituale, ardente senza essere appassionato. Dandigné sembrò un furibondo. Napoleone rispose loro che non bisognava pensare di ristabilire il trono dei Borboni in Francia, che potevano farlo solo camminando su cinquecentomila cadaveri; che la sua intenzione era di dimenticare il passato e di ricevere le offerte di tutti coloro che vorrebbero camminare nel senso della nazione e che avrebbe trattato volentieri con Châtillon, Bernier, Bourmont, Suzannet, d’Autichamp, ecc. ma a condizione che questi capi fossero ormai fedeli al governo nazionale, cessando ogni intelligenza con i Borboni e lo straniero.

Questa conferenza durò mezz’ora e ci convinsero da una parte e dall’altra che non c’era modo di accordarsi su una base del genere.

I nuovi principi adottati dai consoli e i nuovi funzionari fecero scomparire i disordini di Tolosa, gli scontenti del mezzogiorno e l’insurrezione del Belgio. La reputazione di Napoleone era cara ai belgi e fortunatamente influenzò gli affari pubblici in questi dipartimenti, che la persecuzione dei preti aveva messo in fiamme l’anno precedente. 


Tuttavia la Vandea e la Chouannerie turbavano diciotto dipartimenti della repubblica. Gli affari andavano così male che Châtillon, capo dei vandeani, si era impadronito di Nantes; è vero che non vi si era potuto trattenere 24 ore. Ma i Cristiani esercitavano la loro devastazione fino alle porte della capitale. I capi rispondevano alle proclamazioni del governo con altri proclami, dove dicevano che si battevano per la restaurazione del trono e dell’altare e che vedevano nel direttorio o nei consoli solo usurpatori.

Un gran numero di generali e ufficiali dell’esercito tradivano la repubblica, e andavano d’accordo con i capi dei Cristiani. La poca fiducia che aveva loro ispirato il direttorio, l’antico disordine che regnava in tutte le parti dell’amministrazione, avevano portato questi ufficiali a dimenticare il loro onore e il loro dovere, per darsi un partito che credevano al momento di trionfare. Molti furono abbastanza sfacciati da venire a confidare a Napoleone, dichiarandogli di aver obbedito alle circostanze, e offrendogli di riscattare questo momento di incertezza con servizi tanto più importanti, quanto erano nella confidenza dei Cristiani e dei Vandeani.

Furono aperti negoziati con i capi della Vandea, mentre forze considerevoli furono dirette contro di loro. Tutto annunciava la prossima distruzione delle loro bande, ma le cause morali agivano di più. La fama di Napoleone che era grande nella Vandea, fece temere ai capi che l’opinione del paese li avrebbe abbandonati. 

Il 17 gennaio, Châtillon, Suzannet, d’Autichamp, l’abate Bernier, capi dell’insurrezione della riva sinistra della Loira, si sottomisero.  Il generale [di divisione] Hédouville negoziò il trattato che fu firmato il 18 gennaio a Montfaucon. Questa pacificazione non aveva nulla in comune con quelle che avevano preceduto: erano francesi che rientravano nel seno della nazione e si sottomettevano con fiducia al governo. Tutte le misure amministrative, finanziarie, ecclesiastiche, consolidarono giorno dopo giorno la tranquillità di questi dipartimenti. 

Questi capi Vandeani furono ricevuti più volte alla Malmaison. Dopo la pace, Napoleone dovette solo lodarsi per la loro condotta. La guerra dell’Ovest era così finita e molti buoni reggimenti divennero disponibili…