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16 APRILE 1799: LA BATTAGLIA DEL MONTE TABOR

16 APRILE 1799: LA BATTAGLIA DEL MONTE TABOR

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Aprile 16, 2023    
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Mentre Bonaparte ha inviato dei parlamentari a proporre una pace a Djezzar Pascià, il pascià di San Giovanni d’Acri, quest’ultimo per ogni risposta massacra centinaia di cristiani della sua città, senza che vi sia alcuna protesta o opposizione da parte degli ufficiali inglesi. Bonaparte non ebbe altra scelta che lanciare attacco contro San Giovanni d’Acri.

Una breccia nelle mura permise al fratello di uno dei due parlamentari inviati, e decapitato da Djezzar Pascià, Mailly de Chateaurenaud, di arrivare fino al mastio. Vi strappa la bandiera ottomana, ma, isolato, senza rinforzi, viene ucciso dai turchi. Djezzar Pascià in rappresaglia fece, alla vista dell’esercito francese, strangolare i suoi prigionieri.

Abdallah, pascià di Damasco, si avvicinò ad Acri con la volontà di prendere l’esercito francese alle spalle. Bonaparte gli oppose Murat, con 1000 cavalieri. A Yacoub, a nord del lago di Tiberiade, Murat schiaccia l’avanguardia di questo esercito, e prendendo il campo del figlio del pascià, si impadronisce della sua artiglieria e di un considerevole bottino.

Bonaparte inviò il 6 aprile 1799 a sud-est, verso Nazaret, trecentocinquanta fanti e centocinquanta cavalieri, comandati da Junot. Tre giorni dopo, sono appesi duramente da 2000 turchi, e resistono formando il quadrato. Il 10, Kléber, inviato da Bonaparte, arrivò in loro soccorso, con duemila uomini, detronizzando al passaggio i 7000 uomini di una nuova avanguardia di Abdallah, e in congiunzione con Junot, si stabilì presso il monte Tabor. Ora 2.500 francesi sono riuniti.

Il piano di Kléber era di intrufolarsi di notte tra i 30.000 uomini di Abdullah e il Giordano, per cadere di sorpresa all’alba sul campo del Pascià. Invia un messaggio a Bonaparte per spiegargli la sua strategia e si mette in moto. Ma la progressione notturna è difficile, le guide si perdono, e Kléber arriva il 16 aprile 1799 sull’esercito nemico quando è già giorno. Non c’è più l’effetto previsto di sorpresa. I 2.500 francesi sono circondati dai 30.000 uomini di Abdallah, la loro posizione è più che pericolosa.

Bonaparte ha ricevuto il 15 il messaggio di Kléber. Ha fiutato il pericolo di questa strategia. Così, lasciando ad Acri solo le due divisioni dei generali Jean-Louis-Ébénézer Reynier e Jean Lannes, con la divisione Bon, una batteria di artiglieria e alcuni cavalieri, si lanciò per percorrere i 50 chilometri che lo separano dal Monte Tabor e da Kléber, e, allo stesso tempo, invia Murat e la sua cavalleria sulle spalle del nemico.

La marcia dura tutta la notte. La mattina del 16 aprile, Bonaparte è in vista dei combattimenti. Scorge all’interno del campo di battaglia il campo dei Turchi e, più vicino, la divisione Kléber che, a dodici contro uno, nonostante la sete e la mancanza di munizioni, resiste sempre più difficilmente agli attacchi ottomani che si susseguono da sei ore. La situazione è tale che Kléber prevede anche una svolta che non potrà che essere costosa in uomini.

Bonaparte si rese conto di questa situazione quasi disperata. Invece di camuffarsi e arrivare senza essere visto, prende il contropiede sparando una raffica di artiglieria che sorprende i turchi, che si vedono presi tra due fuochi. Tanto più che le truppe di Kléber e Junot, improvvisamente rinvigorite dall’arrivo sul campo di battaglia del loro “piccolo caporale” riprendono coraggio ed energia.

Bonaparte inviò allora la sua cavalleria e due pezzi di artiglieria ad attaccare il campo nemico, mentre le due colonne di fanteria dei generali Rampon e Vial si separarono per prendere alle spalle il nemico.

I turchi tentano di ritirarsi attraversando il Giordano, ma un violento temporale ha fatto salire le sue acque e molti di loro vi annegano. I francesi presero loro artiglieria, bandiera e una grande quantità di provviste, e inseguirono i fuggitivi che sterminarono. Più a nord, è Murat che ferisce gli ultimi sopravvissuti. Non c’è più l’esercito del pascià di Damasco!

La perdita dei siriani ammonta a più di seimila uomini. Quella dei francesi non supera i duecento uomini.