Carlo di Rémusat, ministro dell’Interno di Luigi Filippo I, depose davanti alla Camera dei deputati un disegno di legge che apriva un credito di un milione di franchi per il trasferimento delle ceneri di Napoleone I alla Chiesa des Invalides per la costruzione della sua tomba.
Il 12 maggio, durante la discussione di un progetto di legge sugli zuccheri, sale alla tribuna della Camera dei deputati:
“Signori, il Re ha appena ordinato a Sua Altezza Reale il Principe di Joinville di recarsi con una fregata all’isola di Sant’Elena per raccogliere i resti mortali dell’imperatore Napoleone. Siamo venuti a chiedervi i mezzi per riceverli degnamente sulla terra di Francia e per elevare a Napoleone la sua ultima tomba […]
La fregata carica dei resti mortali di Napoleone si presenterà al ritorno alla foce della Senna, un altro edificio li riporterà a Parigi. Saranno lasciati agli Invalides. Una cerimonia solenne, una grande pompa religiosa e militare inaugurerà la tomba che deve custodirla per sempre. [… ]
Fu Imperatore e Re, il legittimo sovrano del nostro paese. A questo titolo, potrebbe essere sepolto a Saint-Denis, ma a Napoleone non serve la sepoltura ordinaria dei Re. Egli deve regnare e comandare ancora nel recinto dove riporranno i soldati della patria, e dove andranno sempre a ispirarsi coloro che sono chiamati a difenderla. [… ]
L’arte sorgerà sotto la cupola, in mezzo al tempio dedicato al dio degli eserciti, una degna tomba, se possibile, del nome che vi deve essere inciso. [… ] Non dubitiamo, Signori, che la Camera si associ con un’emozione patriottica al pensiero regale che abbiamo appena espresso davanti ad essa.
D’ora in poi, solo la Francia avrà tutto ciò che resta di Napoleone. La sua tomba, come la sua memoria, non apparterrà a nessuno che al suo paese. La monarchia del 1830 è, infatti, l’unica e legittima erede di tutti i sovrani di cui la Francia si vanta. Probabilmente apparteneva a questa monarchia, che per prima ha raccolto tutte le forze e ha conciliato tutti i desideri della Rivoluzione francese, di elevare e onorare senza timore la statua e la tomba di un eroe popolare, perché c’è una cosa, una sola, che non teme il paragone con la gloria: è la libertà!”
Il 25 maggio 1840 il disegno di legge fu discusso alla Camera. Il relatore della commissione fu il maresciallo Bertrand Clauzel, conte dell’Impero. E il 26, il disegno di legge viene approvato con 280 voti contro 65.