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11 MAGGIO 1809: NAPOLEONE A SCHÖNBRUNN

11 MAGGIO 1809: NAPOLEONE A SCHÖNBRUNN

Quando

Maggio 11, 2023    
Tutto il giorno

Event Type

L’Imperatore, già padrone dei sobborghi di Vienna, riceve una delegazione di notabili di questa città. Si arrabbia.

Il 12 maggio 1809, Napoleone dà l’ordine di bombardare Vienna. La città cadrà interamente nelle mani dei francesi nella notte tra il 12 e il 13 maggio.

• Leggiamo il settimo bollettino dell’esercito:

Il 10 maggio, alle nove del mattino, l’imperatore Napoleone era apparso alle porte di Vienna con il corpo del maresciallo duca di Montebello. Era la stessa ora, lo stesso giorno e un mese dopo che l’esercito austriaco aveva superato l’Inn. Il 5 maggio l’arciduca Massimiliano aveva assunto il comando di Vienna […].

Il generale Andréossi, nominato governatore della città, fece venire a Schönbrunn una deputazione degli otto sobborghi. L’imperatore Napoleone la incaricò di recarsi nella città, per portarvi una lettera scritta dal principe di Neufchâtel all’arciduca Massimiliano, che aveva lo scopo di far sentire a quest’ultimo l’inutilità della sua resistenza. La deputazione entrò nella città l’11 alle dieci del mattino, e non ci si accorse del suo arrivo se non con il raddoppiamento del fuoco delle mura.

L’Imperatore si portò, con il duca di Rivoli, sul braccio del Danubio che separa la passeggiata del Prater dai sobborghi, e ordinò che due compagnie di volteggiatori occupassero un piccolo padiglione sulla riva sinistra, per proteggere la costruzione di un ponte. Il battaglione dei granatieri, che difendevano il passaggio, fu scacciato da questi volteggiatori e dalla mitraglia di quindici pezzi d’artiglieria. Alle otto di sera questo padiglione era occupato, e i materiali del ponte riuniti.

Il capitano Pourtalès, aiutante di campo del principe di Neufchâtel, e il signore Susaldi, aiutante di campo del generale Boudet, si erano gettati a nuoto per andare a prendere le barche che erano sulla riva opposta.

Alle nove di sera una batteria di venti obici, costruita dai generali Bertrand e Naudet a cento tele dalla piazza, cominciò il bombardamento. Diciotto granate furono lanciate in meno di quattro ore, e presto tutta la città apparve in fiamme. Bisogna aver visto Vienna, le sue case a otto e nove piani, le sue strade strette, questa popolazione così numerosa in un recinto così stretto, per farsi un’idea del disordine, delle voci e dei disastri che una tale operazione avrebbe dovuto provocare.

Il 12, all’alba del giorno, il generale Oreilly, che aveva preso il comando dopo la fuga dell’arciduca Massimiliano, fece avvertire gli avamposti che si sarebbe cessato il fuoco e che una deputazione sarebbe stata inviata all’imperatore Napoleone. Questa deputazione fu presentata all’Imperatore nel parco di Schönbrunn. Napoleone assicurò ai deputati la sua protezione, e si degnò di far conoscere che Vienna sarebbe stata trattata con gli stessi riguardi di cui si era fatto uso nel 1805.

Alle nove del mattino il duca di Rivoli prese Léopoldstadt. Nel frattempo il generale Oreilly inviò il tenente generale Devaux, e Belloute, colonnello, per trattare della capitolazione della piazza. La capitolazione fu firmata in serata e il 13, alle sei del mattino, i granatieri del corpo di Oudinot presero possesso di Vienna.