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L'importanza della rievocazione storica

La Battaglia di Marengo, combattuta il 14 giugno 1800 durante la guerra della seconda coalizione, vide scontrarsi su fronti opposti le truppe di Napoleone Bonaparte, all’epoca Primo Console e l’esercito austriaco guidato dal generale Michael von Melas. La vittoria delle truppe napoleoniche, per la quale l’arrivo dei reparti di rinforzo guidati dal generale Louis Desaix giocò un ruolo determinante, condusse alla liberazione dell’Italia dalla presenza austriaca.
Le sorti della battaglia permisero a Napoleone di rafforzare il proprio potere su gran parte della Francia e il proprio dominio su gran parte dell’Europa.
Rievocare gli avvenimenti di quel 14 giugno di duecentoventi anni fa non significa soltanto rappresentare un fatto determinante per la storia italiana ed europea, ma anche affermare un legame concreto con il territorio, la propria storia e la propria cultura attraverso la valorizzazione degli avvenimenti epocali.  Le peculiarità della rievocazione concorrono a definire l’importante ruolo della figura del rievocatore: quest’ultimo non si limita ad una rappresentazione di stile teatrale, ma dimostra di possedere elevate abilità artigianali, passione per la ricerca dei particolari dell’abbigliamento e dell’armamento, documentazione sui comportamenti di allora e conoscenza approfondita per gli avvenimenti storici, allenamento fisico e capacità interpretativa; sono questi gli ingredienti per far emergere un buon rievocatore, come ribadito anche dall’Accordo la 59^ Demi Brigade e il Primo reggimento di fanteria leggera della repubblica Cisalpina e Regno d’Italia che hanno eletto Marengo come luogo dell’apprendimento continuo destinato ad educare nuove “reclute”.

Le uniformi italiane del periodo napoleonico

Testo dell’audio: Il soldato di infanteria leggera (cacciatore) nasce come un‘unità addestrata al fine di essere più agile negli spostamenti ed avere una capacità di sparo più veloce e con maggiore precisione rispetto al soldato di linea. Rispetto all’uniforme francese quella del soldato italiano aveva la marsina color verde, filo bianco ,maniche rosse e collare inizialmente anch’esso verde. Il panciotto era color crema, mentre i pantaloni a regolamento erano verdi, ma per gli spostamenti potevano essere utilizzati pantaloni color bianco. Stivali e ghette erano invece neri. Come copricapo in battaglia veniva utilizzato lo shakò, mentre al campo usato il Bonnet o police. Inoltre ogni soldato era dotato di giberna, daga, uno zaino dal peso che variava 15 ai 20 chili ed un fucile Charleville il cui modello cambiò con il passare del tempo. I soldati venivano inizialmente reclutati su base volontaria fino a quando, il 13 agosto 1802, venne imposta la leva obbligatoria per tutti i giovani compresi tra i 20 e i 25 anni di età. La recluta, appena arrivata in reggimento, riceveva abiti e quanto gli serviva per sopravvivere, ma non sempre le uniformi erano disponibili e quindi poteva rimanere per lungo tempo in abiti civili.

Fonti: I SOLDATI DEL PRIMO TRICOLORE, Valerio Gibellini-edito da Rivista Militare del 1989; LE UNIFORMI MILITARI ITALIANE DEL 800 -PERIODO NAPOLEONICO, Massimo Brandani, Pietro Crociani e Massimo Fiorentino.Edizioni speciali edite da Rivista Militare 1976.

La compagnia d'Elite: il Carabiniere

La figura del Carabiniere, il soldato veterano, il suo impiego in battaglia, l’uso dei soprannomi e le punizioni applicate all’epoca negli eserciti.

RI-EVOLUZIONE 2020. Dallo shock del covid-19 alla shut-in economy" (webinar, 19 maggio 2020)